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Taxi a Jakarta, un’avventura senza fine

Mentre mi accingo a scrivere questo post, mi assale il dubbio che potrei dare l’impressione della vecchia espatriata lamentona, che critica in continuazione la cultura che la ospita.

In realtà non è così. Il mio è un interesse puramente interculturale 🙂

La vita all’estero ci dà tantissime occasioni di scoprire, ovviamente, cose nuove, ma anche e forse soprattutto, di scoprire come siamo fatte noi, quali sono i nostri confini culturali e mentali. A riprova di ciò, voglio condividere con voi questo esempio che mi viene dal mio quotidiano a nella mia città d’accoglienza.

Ho già scritto parecchio sui taxi a Jakarta. Fino a quando ho potuto guidare la mia macchina, me ne sono tenuta alla larga, ma adesso che non mi è più stata rinnovata la patente (e questo è un altro discorso), sono tornata a ricorrere ai taxi Blue Bird. E ho notato subito una differenza rispetto al servizio a cui ero abituata prima, che mi infastidisce nel più profondo. Mi infastidisce talmente tanto, che ho voluto analizzare a fondo che valori va a toccare per rendermi così furiosa.

Di che si tratta? Semplicemente del fatto che quando il taxi arriva a casa mia dopo che l’ho chiamato o prenotato con l’app, invece di scendere dall’auto e suonare il campanello per avvisare che è arrivato, come faceva prima, prende il telefono e mi chiama. Se l’ho ordinato via telefono, fa squillare il mio telefono di casa, se ho usato l’app, si manifesta sul mio cellulare.

In entrambi i casi mi mette addosso un nervoso che non vi so dire. Anche e soprattutto perchè il taxi a Jakarta arriva sempre in anticipo, a volte anche di mezz’ora (questo quando lo prenoto prima).

Poniamo l’esempio che devo andare in aeroporto per le quattro del mattino e quindi voglio partire da casa alle tre. Benissimo. Punto la mia sveglia, cerco di fare piano per non disturbare il marito, faccio tutto in punta di piedi, ed ecco che alle due e trenta comincia a squillare sonoramente il telefono, svegliando tutti, anche la gatta. Questo succede però anche di giorno, naturalmente. Se ordino il taxi per le nove del mattino, alle 8:30, mentre sono ancora bella concentrata sulle mie mail o altro, il cellulare si mette a vibrare come un pazzo finchè non rispondo.

E qui si apre un sottocapitolo: il 95% degli autisti di taxi a Jakarta non parla inglese, e dà anche per scontato che il mio bahasa sia super fluente. Quindi attaccano una filippica che non finisce più, nella quale io, che ormai ho capito, afferro parole tipo “casa”, “taxi” e “fuori”. A cui rispondo invariabilmente “lima menit” (cinque minuti).

Però mi chiedo: perchè? Perchè perchè perchè:

a) arrivi mezz’ora prima? E quand’anche, per la tua organizzazione,
b) perchè mi devi avvisare che sei lì con questo anticipo e soprattutto
c) perchè lo fai per telefono? Non puoi suonare discretamente una volta il campanello?

Ecco dunque quali sono i miei valori offesi :-):

  • servizio al cliente: per me un servizio decente al cliente parte dal disturbare il meno possibile, e un cellulare che mi suona mentre sono in doccia o mentre sto scrivendo una mail importante mi scoccia assai;
  • gestione del tempo: mi innervosisce che se io chiamo un taxi per le dieci, questo mi si presenta per le nove e trenta. Urta la mia visione altamente monocronica del tempo, del fatto che non va sprecato, e che non bisogna nemmeno incrinarne il flusso;
  • dinamismo: un taxista che non riesce neanche ad alzare il sedere per arrivare fino al campanello per avvisare che è arrivato, mi suona di poltrone, pigro, e irrispettoso – appunto – del mio tempo

E allora ho provato a guardare questi stessi valori dal punto di vista del taxi:

  • servizio al cliente: meglio che avvisi che sono arrivato, nel caso la madame sia pronta e abbia voglia di uscire prima. Così la faccio felice;
  • gestione del tempo: chiamato per le dieci? Che vuol dire? Che senso ha??? Mi hai chiamato, sono arrivato…
  • dinamismo: sono un taxista dinamico perchè sto assolutamente al passo coi tempi e uso il telefono, il mezzo di comunicazione più diffuso e utilizzato nel Gran Durian e per quanto mi compete, in tutto il mondo.

Ecco, vedete che macello 🙂 ? Ultimamente ho adottato la seguente strategia: se chiamo con l’app, metto il cellurare in silenzioso, e mi dedico alle mie cose fino all’ora in cui voglio sedermi in taxi, non cambia niente, lui mi aspetta. Se chiamo col telefono, avviso la centralinista di dire al taxista di non chiamarmi in casa perchè il mio bebè dorme. Che suoni rapidamente il campanello. Non so se sia una soluzione interculturalmente corretta, ma mi evita il nervoso e a lui, spero, non cambia granchè 🙂

 

Claudia Landini
Novembre 2017
Foto ©ClaudiaLandini

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