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Ricordando Vittorio Arrigoni

vittorio arrigoni

Abbiamo commemorato Vittorio Arrigoni nella sua nativa Bulciago, a un anno dalla sua morte.

Un anno fa Vittorio Arrigoni veniva ucciso a Gaza. Chi mi conosce da vicino sa quanto questa morte mi abbia sconvolta profondamente. Oggi, con mio figlio, sono andata a Bulciago per commemorare Vittorio con la sua famiglia e i suoi amici e parenti. E’ stata una giornata intensa e carica di emozione e dolore, ma significativa per me perchè mi ha aiutata a trovare definitivamente il senso che può avere un evento così doloroso e lacerante.

Innanzitutto ho potuto abbracciare Egidia, la mamma di Vittorio, per la quale ho un’ammirazione profonda. Da quando Vik è morto ci siamo scritte, brevi messaggi carichi di affetto, le poche parole necessarie per esprimere un profondo dolore e la mia ammirazione per una madre che affronta con tanto coraggio una tragedia di queste proporzioni.

Poi ho potuto dare finalmente un quadro al mio dolore. L’averlo conosciuto personalmente non era più importante: oggi era lecito soffrire e piangere, e farlo in un momento collettivo, carico di affetto, rimpianto, ma anche gioia per quello che Vik ha lasciato dietro di sè, è stato liberatorio e importante.

Terzo, mi è servito per interiorizzare il fatto che Vittorio davvero non morirà mai. E’ morto il suo corpo e hanno spento la sua vitalità, la sua sete di giustizia, la sua caparbietà e la totale abnegazione con cui si dava alla causa palestinese e umana, ma il suo ricordo, la sua lezione, quello per cui lui lottava, non si spegneranno mai in chi ha avuto la fortuna di conoscerlo di persona o di seguirlo attraverso la sua opera. E questa è una grande consolazione. L’unica che può aiutare ad accettare e superare il fatto che una persona così bella sia stata uccisa quando aveva ancora così tanto da dire a da dare.

Al Polisportivo di Bulciago erano state allestite tre mostre: una per Vittorio, che raccoglieva alcuni dei suoi oggetti personali, compresa quella pipa che così spesso gli abbiamo visto in bocca nelle numerosissime fotografie e nei filmati che sono circolati ancora più numerosi su di lui dopo la sua morte, e alcuni libri della sua collezione. Un’altra, fotografica, che documentava la tragica e frustrante situazione in cui è costretto a vivere il popolo palestinese; e la terza fatta di disegni di bambini di Gaza, quei bambini che Vittorio tanto amava, e che raccontano in dolorose immagini quello che riempe il loro cuore e la loro mente a Gaza (mio figlio me ne ha indicato uno, mi ha detto “guarda, han disegnato le nuvole e il sole che piangono…”).

Nello spazio dove un anno fa è stato dato l’ultimo saluto a Vittorio, la cerimonia è cominciata con l’audio di un intervento di Vik a Radio Popolare durante l’operazione Piombo Fuso. Poi Egidia è salita sul palco per un discorso semplice, toccante e profondo come la sua bella anima, e come il bellissimo figlio che ha generato. Le è venuto da piangere all’inizio, quando ringraziava tutti quelli che le hanno dato la forza di andare avanti, e sua figlia Alessandra è corsa sul palco per starle vicina.

Sono stati letti e mostrati videomessaggi di chi non poteva essere con noi. Ed è poi stato proiettato un documentario che Al Jazeera aveva filmato su Vittorio, prima che venisse ucciso. Io l’avevo già guardato e riguardato quando l’incredulità per la sua morte riempiva le mie giornate, ma è stato bello rivederlo lì e in quel momento, così come è stato lacerante l’applauso che ha accompagnato Vittorio quando, nel cimitero di Gaza, diceva “se mai dovessi morire, tra cent’anni…”.

 

Le iniziative sono continuate – il lancio di messaggi di pace scritti da bambini, l’aperitivo palestinese, la commemorazione davanti alla placca in onore di Vittorio, sull’ulivo piantato per lui nel giardino del centro – ma io sono dovuta ripartire prima degli altri.

Quando ho salutato Egidia e le ho dato il regalino che le ho portato dalla Palestina, lei mi ha detto: “dì a tuo figlio di pensare a Vittorio ogni tanto…”. Le ho assicurato che non è solo un pensiero saltuario che abbiamo verso Vittorio – lui è profondamente nei nostri cuori, e lo sarà per sempre.

 

Claudia Landini
Aprile 2012

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