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Cinque cose che vedo in continuazione

Non so quando un’abitudine ripetuta diventa tendenza e onestamente nemmeno m’importa. Non so neanche se la mia esperienza si può generalizzare, o se sono io che attraggo un certo tipo di persone che hanno determinati atteggiamenti e bisogni.

Ci sono però dei comportamenti e tendenze ripetute in molte delle persone con cui entro in contatto che non posso fare a meno di notare – a volte senza giudicare, altre con sommo stupore. Voglio condividere alcune delle cose che vedo sempre con più frequenza, e se avete qualche pensiero in proposito, vi prego di condividerlo:

Tutti vogliono diventare coach

Ok, questo non è poi così sorprendente. Il coaching è (ancora) una professione non regolata, che permette di guadagnare bene, di formarsi in tempi relativamente brevi, e di lavorare ovunque ci si trovi. Mi arrivano sempre più messaggi da parte di persone che mi chiedono consigli perchè vogliono diventare coach. Ogni tipo di gente. Di tutte le età, background, e con ogni tipo di lavoro.

Tutti vogliono scrivere o han scritto un libro

Di nuovo, niente di sorprendente. E’ anche bello che ci siano così tante persone che usano questo mezzo espressivo. E’ solo che quando ero più giovane, erano solo gli scrittori a scrivere libri, o persone che avevano una profonda conoscenza in un determinato campo. Oggi tutti possono scrivere un libro – dalla maestra alla casalinga, dal taxista all’espatriata, dallo studente all’ingegnere. Beh, se questo significa che la razza umana ha preso confidenza col mezzo, buon per noi!

Quando la gente ti chiede qualcosa (quantomeno a me) è sempre sotto la più terribile pressione e urgenza

Devono avere un contatto in quel posto rapidamente, un’informazione specifica che hanno bisogno per il lavoro, devono sapere rapidamente come diventare coach per prendere una decisione. Quando (io) ci si organizza per trovare tempo per rispondere, per mandare informazioni e consigli, o contatti, nella maggior parte dei casi le persone spariscono (vedi oltre), e se non scompaiono in genere ti dicono che in fondo hanno bisogno di ancora un po’ di tempo per pensarci, o che lo scenario è cambiato (solitamente nel giro di un giorno), ma grazie mille lo stesso; oppure hanno già avuto un contatto da altre fonti e quindi sanno già tutto quello che c’è da sapere. Ok.

Raramente la gente ringrazia 

Vi giuro che non sono paranoica o eccessivamente formale. Questo è davvero un fatto. Su dieci persone che mi chiedono ogni tipo di informazione, solo una media di tre mi riscrive per dirmi semplicemente “grazie”. Perlopiù i miei messaggi dettagliati sono seguiti da un assoluto e prolungato silenzio. Io lascio passare un po’ di tempo e poi riscrivo; magari il mio messaggio è stato inghiottito dall’immensità della rete e non li ha raggiunti, ma invariabilmente mi sento dire che sì, il messaggio era arrivato ma che erano troppo occupati per rispondere, e comunque grazie mille.

Scompaiono

Qualcosa di simile succede (anche se raramente, per fortuna) con il mio lavoro: vengo contattata da persone che vogliono cominciare un programma di coaching; parte il solito vai e vieni di messaggi, scambio d’informazioni, tariffe, orari convenienti etc., e quando arriva il momento per fissare un incontro (gratuito, tengo a dire, insisto per parlare con le persone prima di cominciare il programma), scompaiono. Svaniscono. Ingoiati dall’universo. Forse muoiono? Chi verrebbe a dire a me se quella persona è morta? Sì, sicuramente son morti!

Potrei probabilmente continuare, ma dato che ho cominciato questo post parecchio tempo fa, preferisco pubblicarlo prima che le tendenze che vi ho esposto cambino e io mi trovi ad essere la sola coach sul pianeta 🙂

Claudia Landini
Ottobre 2015
Foto di Pixabay

Comments (1)

  1. Mi piacerebbe leggerlo, ma io non so l’inglese, non c’è tradotto in Italiano? Ciao bella Chiara

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