Single Blog

I miei compagni di avventura su strada

Un po’ di malinconia per quanto è stato bello ricalcare le strade di mezzo mondo con i miei bellissimi compagni di avventura…

Come ho spiegato più volte, non ho sentito una vera connessione con Jakarta, finchè non mi sono decisa a vincere la paura e guidare la mia macchina per muovermi da un posto all’altro. Da quando sono tornata dalle vacanze, la sto usando sempre più. Guidare in un posto sconosciuto, con regole di traffico che sono…particolari a dir poco, e vedere intorno a me volti che non hanno nessun legame con le mie esperienze di vita precedenti, mi porta ricordi di sentimenti simili, in altri tempi e luoghi.

Non dimenticherò mai lo shock quando ho guidato per la prima volta a Khartoum – mi ricordo ancora con chiarezza cristallina la sensazione di essere entrata in un cartone animato. Guidare in Angola era più facile, vivevamo in un posto piccolo, con poca circolazione e strade ampie. A partire dalla Guinea Bissau, mio figlio Alessandro prima, e poi Mattia in Congo, erano con me.

 

Ho sempre portato in giro in macchina i miei figli, dappertutto. Ero io che li andavo a prendere a scuola (e a turno con mio marito li accompagnavo anche), che li portavo e li riprendevo dagli amici, che li accompagnavo a fare sport e ad altre attività.

Abbiamo trascorso un numero infinito di ore guidando in posti diversi, nelle situazioni più disparate, in diverse culture di traffico.

La macchina per noi non era solo un mezzo per muoverci da un punto all’altro, ma un posto per chiacchierare, ridere, piangere, ascoltare musica, analizzare la vita, litigare (ovviamente) e sentirci vicini, mentre scoprivamo strade, persone, abitudini, atteggiamenti. Era un mezzo per lanciarci in nuove avventure, e per metterci alla prova quando succedeva qualcosa di nuovo sulla strada – come quando ci hanno tamponato  a Tegucigalpa, o quando la macchina surriscaldava e usciva fumo dal motore, ed eravamo nel mezzo del nulla, in un nuovo posto e in una nuova lingua.

compagni di avventura
Sulle strade del Nicaragua

Insieme abbiamo familiarizzato con i suoni delle città, con le attività ai semafori, con il flusso del traffico nei vari momenti del giorno. Siamo diventati amici del ragazzo dello sportello auto del McDonald di Tegucigalpa, e dell’uomo che vendeva le mentine a Lima.

Attraverso i finestrini osservavamo le potenti onde del fiume Congo, e l’umanità colorata che si muoveva lungo le sue rive. Ammiravamo Tegucigalpa dalle alture del Hatillo, tutta piena di luci quando scendeva la notte. Guardavamo l’incredibile parafernalia venduta ai semafori di Lima; e la dolorosa bellezza di Gerusalemme, e tutta l’ingiustizia che scorreva sotto ai nostri occhi…

In questi giorni, quando guido la mia macchina a Jakarta, imparo tantissimo del posto e della gente. Capisco però anche quanto mi mancano i miei compagni di avventura. Provo con tutta me stessa a trovare un nuovo senso in questa esperienza, ma non posso evitare di tornare a quei bei momenti, e provare un senso di vuoto.

Come sapete, il nido vuoto non mi ha molto toccata. Va tutto bene. Ma la vita che abbiamo percorso insieme è stata troppo piena di momenti felici e avventurosi. Penso che avrò questi attacchi di malinconia per sempre, ora che sono tornata a funzionare da sola a tempo pieno. E tornerò sempre a tormentarvi quando mi acchiappano 😀

 

Claudia Landini
Settembre 2016
Foto ©ClaudiaLandini

Comments (2)

  1. Sì, ma è pazzesco come siano certe specifiche situazioni che mi risvegliano la malinconia…devo dire che quando son fuori dalla macchina non ce l’ho mai :-))))

  2. Bè ci mancherebbe che dopo tanti anni insieme praticamente al 100% tu non abbia di questi attacchi…Anzi, grazie per condividerli, mi fanno apprezzare ancora di più quello che sto vivendo con i miei nani…

Comments are closed.

claudialandini.it © Copyright 2018-2021