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La casa sul lago, Thomas Harding

Ho finito questa mattina un libro stupendo, La casa sul Lago del britannico Thomas Harding.

Ecco perchè ve lo raccomando.

Che io sia fissata con le case e tutto quanto ruota loro intorno non è una novità. Dalla mia rimpianta casa di vacanze d’infanzia alla mia casina toscana, dallo shock dello scoprire le vicende legate alle case in Palestina al mio rapporto con le case che sento di avere nel mondo, tutto spiega quanto l’argomento casa mi attiri, affascini e rapisca completamente. Quando trovo un libro che parla di case, dunque, mi ci butto a capofitto.

La casa sul lago

Ho sentito parlare di La casa sul lago in un meraviglioso gruppo di lettura su FB dove traggo solo buoni consigli e naturalmente l’ho letto in versione originale in inglese.

Il libro narra la storia della casa costruita dalla famiglia Alexander nel 1927 sulle rive del lago Gross Glienicker, vicino a Berlino. Attraverso le vicende delle famiglie che l’hanno abitata, l’autore ricostruisce un secolo di storia tedesca, spostando abilmente il focus ora sulle vicende private delle famiglie, ora sugli accadimenti politici, ora sul suo personale coinvolgimento nella ricerca intorno alla casa.

Thomas Harding

Thomas Harding è infatti nipote di Elsie Alexander, che cambiò il suo cognome in Harding quando fuggì dalla Germania nazista e raggiunse la sorella e il padre a Londra, dove avrebbe vissuto fino alla sua morte, nel 2004. Un’eredità importante per l’autore, che si prefigge di tracciare la storia della casa che sua nonna aveva tanto amato in gioventù, e di recuperarla, cominciando così un viaggio nelle radici, nella memoria, e nei devastanti eventi storici che hanno marcato la Germania dalla prima guerra mondiale alla caduta del muro di separazione di Berlino.

La casa a tratti è la protagonista, oppure fa da sfondo alle vite dei suoi abitanti. Nel descrivere l’amore che la famiglia Alexander aveva messo nel costruirla, curandone a fondo i dettagli, e la vita spensierata che vi conduceva intorno al lago, l’autore rende ancora più doloroso il distacco e l’appropriazione da parte delle altre famiglie che ci hanno abitato successivamente. La casa infatti, dopo essere stata “arianizzata” (ovvero sottratta ai legittimi abitanti) sotto il nazismo, accolse altre famiglie che l’amarono, l’abitarono ognuna con il proprio stile, e la cambiarono a proprio gusto.

 

Il futuro

Una casa non è mai solo un mucchio di mattoni. Ogni pietra, infisso, parete porta impressi i sentimenti di chi l’ha abitata. Spesso nasconde storie tragiche e soprusi, e diventa simbolo della ricerca di giustizia e di riscatto. Nel caso degli Alexander, e come dice l’autore nel bel film (in tedesco) che trovate sul sito della fondazione della casa, apre anche la possibilità della riconciliazione. Identità, storia, diversità e riconciliazione s’intrecciano per indicare la via al nostro futuro comune.

Il fatto che io divaghi e parli di cose così ampie e profonde indica esattamente quello che La casa sul lago suscita: emozioni forti, riflessioni su temi importanti. Lo spaccato di storia che il libro ci presenta è ricco di dolore e di interrogativi che pesano ancora oggi sulle anime di molti popoli.

 

Foto: PIxabay

 

Due guerre mondiali e una barriera fisica a dividere un popolo e separare famiglie avrebbero potuto insegnare tanto. Eppure una delle cose che mi ha colpito molto leggendo La casa sul lago è stato ritrovare alcune pratiche che i nazisti usavano nei confronti degli ebrei, che ho visto usate dal governo israeliano nei confronti dei palestinesi, nella stessa identica maniera.

E il sentimento di odio razziale fomentato dai nazisti all’epoca, e così bene descritto nel libro, mi fa pensare con grande allarme a molte delle cose che vedo e sento nella mia Italia in questo momento.

 

La documentazione

Un libro di grandissimo respiro dunque, la cui lettura risulta ancora più gradevole dalle abbondanti fotografie d’epoca che contribuiscono ulteriormente a rendere coinvolgente il tuffo nel passato.

Quello dell’autore è stato particolarmente fruttuoso perchè è riuscito, con l’aiuto di splendide persone coinvolte nella vicenda della casa, a partire dalla sua famiglia ai vicini di casa e altri abitanti di Gross Glienicker, a far dichiarare la casa sul lago un monumento storico protetto.

Non trovo modo migliore di finire questo post che con le parole di Thomas Harding (la traduzione è mia perchè non dispongo di una copia del libro in italiano):

[…]La casa sul lago è una storia di speranza. Dimostra che anche se noi umani attraversiamo indicibili sofferenze, con il tempo siamo in grado di esercitare la nostra capacità di guarigione. E se riusciamo a fare questo, un secolo di dolore, gioia, e cambiamenti drammatici sarà sfociato in un risultato positivo[…]

 

Claudia Landini
Agosto 2018

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